Rovi, Lana Dorata e Lezioni di Delicatezza
Dopo aver diviso in mucchietti quella famosissima MONTAGNA DI SEMI, dopo aver ricontattato la sua capacità di selezionare, di valutare e di mettere ordine nella sua confusione emotiva, dopo aver attraversato la sua prima notte buia dell’anima, Psiche potrà accedere alla SECONDA PROVA.
Afrodite vuole e comanda che la ragazza si procuri un grande OGGETTO DI POTERE PERSONALE.
La giovane inizianda dovrà raccogliere la leggendaria LANA DEI MONTONI DORATI DEL SOLE, animali enormi, inferociti e territoriali. Davvero pericolosi.
La ragazza ha perduto Eros: da quando lui è volato via dalla finestra, dal loro palazzo immacolato, da quel castello pieno di tutto ma anche pieno di niente, Psiche non è semplicemente rimasta da sola.
Il suo dramma profondo non è ora quello di ritrovarsi senza un partner, senza qualcuno con cui andare in vacanza, al cinema o dai parenti acidi per le feste comandate.
PSICHE SI SENTE MORIRE perché si ritrova spogliata dell’intero senso dell’esistenza.
Senza la componente d’Amore, il mondo le appare arido, vuoto, indifferente, in ogni sua espressione.
Afrodite viene percepita come ostile e incomprensibile, altera e algida come una regina delle nevi, e l’Erotismo del vivere è semplicemente SCOMPARSO dalla faccia della terra.
In questi giorni solstiziali, di luce intensissima e accecante, i BATUFFOLI DI LANA DORATA, questi piccoli soli corroboranti che illuminano questo mito antichissimo, sono ancora in attesa di essere raccolti da ciascuno di noi.
È questa, in un certo senso, la PROVA ESTIVA DI PSICHE, quella che la vede confrontarsi con l’elemento FUOCO.
Così ecco che, nel canneto in cui Psiche si trova, un GIUNCO, flessibile e attento, sussurrerà alla nostra Anima-Eroina la soluzione di cui il giunco stesso è simbolo, al fine di non venir calpestata e distrutta dalla ferocia degli arieti: la DELICATEZZA.
In un mondo competitivo, aggressivo, spietato, dove tutti sembrano impegnati a scornarsi all’interno di eterne ed arimaniche lotte di potere, Psiche dovrà muoversi piano, abbandonando tutte quelle dinamiche di ragione, torti, vittimismi e bisogno di autoaffermazione.
In questo momento atroce, l’urgenza è quella di riconcentrare e di portare a coscienza la FORZA DEL SUO PLESSO SOLARE.
Saranno i ROVI i suoi aiutanti magici: è tra le loro spine, infatti, che Psiche troverà la LANA D’ORO, i rimasugli impigliati dopo il passaggio di quella rovinosa mandria.
Le sue dita delicate ma già allenate dalla prova dei semi, si faranno ancora più fini e accorte, svelte e precise, nel raccogliere i frammenti del Vello d’Oro tra i rami.
In natura, il SACRO COMPITO DEI ROVI è quello di nutrire e smuovere la terra, per far tornare LA FERTILITÀ in quei luoghi che l’essere umano ha prima sfruttato, e poi abbandonato.
È proprio il SENSO DI ABBANDONO l’habitat preferito di queste piante guerriere: i Rovi, scavando e muovendo, muovendo e scavando, preparano il substrato, affinché i primi alberi pionieri possano fare ritorno e possa rinascere un BOSCO NUOVO.
È grazie a loro che nel mondo, ogni volta, dopo ogni incendio, dopo ogni distruzione, ritorna la Forza del Selvatico, questa volta non nella sua polarità distruttiva -come quella dei montoni inferociti – ma nell’espressione di un’ENERGIA FECONDA E LIBERA IN QUANTO PROTETTA.
È proprio tra i Rami irti di spine che troviamo la più consolante Dolcezza del Mondo: non solo le MORE SQUISITE, ma anche quella commovente opera d’arte delle DITA DI PSICHE, dita che si muovono agili, nonostante il dolore o PROPRIO GRAZIE AL DOLORE, al fine di raccogliere ciò che la Vita le ha richiesto.
Tra graffi e punture, tra sudore e sangue, come in un iniziatico shangai di risveglio.
Come annota la grandissima Jean Bolen: “Psiche dovrà imparare ad acquisire il potere di cui ha bisogno senza perdere l’Anima e diventare rigida, scostante e insensibile ai sentimenti“.
Il ROVO può esserci di enorme aiuto e di grande sostegno quando qualcosa pare averci distrutti.
Quando succede così, dobbiamo PRENDERCI TUTTO IL TEMPO prima di rialzarci e rinforzarci per bene, in una vera e propria CONVALESCENZA DELL’ANIMA.
Nel frattempo, però, abbiamo bisogno di non essere esposti ad ulteriori attacchi.
Non a caso, in fitoterapia, il Rovo è un utilissimo coadiuvante in caso di infiammazioni croniche, ipertensione, iperglicemie, artriti deformanti, broncopatie ostruttive, sanguinamenti interni: lui cicatrizza e ricompatta, pulisce e riAnima.
E conosce così bene il Femminile: il Rovo sa parlare, con una dolcezza incredibile, a quegli UTERI delusi, prolassati, pieni di fibromi, rancore, senso di abbandono e devastazione.
Custode di Rosaspina nei suoi cento anni di lungo sonno, il Rovo si schiuderà quando, al riavvicinarsi del Principe, dell’Eros, quell’anima addormentata sarà pronta a risplendere, ancora una volta, più intensamente che mai.
Infatti Rosaspina da quel giorno non si chiamerà più così.
Da quel momento, nel segno dell’oro e della luce nuova, il suo nome sarà AURORA.