Offrire del Cibo ai Morti è una pratica antica quanto l’uomo.

Leggende, fiabe, folklore, miti, superstizioni, ritrovamenti: tutta la nostra storia ci racconta di un’intensa, poetica e VIVA connessione tra le Dimensioni.

Grandi feste e degni banchetti si sono sempre svolti in questo periodo dell’anno, per celebrare la danza vita-morte-vita.

A fare da tramite sono sempre state loro, le Piante.

Il simbolo più semplice e potente, perché albergano sia il Mondo di Sopra che quello di Sotto.

Ma quali piante in particolare?

Numerosi resti di NOCCIOLE sono stati ritrovati presso antichissime sepolture. Vasi colmi di OLIO DI CUMINO NERO (Nigella Damascena) nelle tombe dei faraoni.

Nocciole e cumino: alimenti ricchissimi, scrigni minuscoli ma con poteri nutritivi immensi.

La forma dei rami del Nocciolo, così come le “antenne” del meraviglioso fiore della Nigella (foto in alto), sembrano fatti apposta per amplificare e ritrasmettere l’invisibile e l’inudibile, al fine di allargare le nostre percezioni.

Queste piante accrescono la nostra sensitività, sono dei tramiti.

Rami e foglie sembrano RABDOMANTICAMENTE essere lì APPOSTA per guidarci nell’esplorazione del nostro stesso sentire.

Nocciolo e Nigella. Entrambi i loro OLI sono preziosissimi da sempre.

In particolare, venivano utilizzati dalle donne per massaggiarsi i CAPELLI, forse non solo per uno scopo cosmetico.

Sappiamo benissimo che accarezzare, pettinare, spazzolare, applicare maschere e unguenti, o anche solamente far scorrere le dita tra i capelli, sono tutti gesti che inducono, o autoinducono, una sorta di semi-trance.

In un altro linguaggio, è più facile andare in stato theta.

Le Streghe lo sapevano: è anche per questo che i loro capelli venivano sempre liberati durante i rituali.

Nocciolo e Nigella. Piante da meditazione, da RICONNESSIONE.

Con noi stessi e con chi, tra poche sere, faremo sedere a capotavola, su quella sedia vuota, in ricordo, in onore e riconoscenza.

Secondo le antiche tradizioni, e secondo leggi sacre per il nostro cuore, che sa di appartenere ad un lunghissimo filo che ci ha condotti fin qui, di vita in vita.

Onore agli Antenati.