Una Casa nel Bosco al Profumo di Cedro
A volte il Viaggio dell’Anima può partire solo da condizioni estreme, disperate, dopo che abbiamo perso non proprio tutto, ma quasi.
LA VECCHINA NEL BOSCO non fa eccezione: questa fiaba, antica, misterica e meravigliosa, si apre con una scena di movimento, di transizione.
Una giovane ragazza, bellissima ma povera, una SERVA, sta attraversando il bosco insieme alla famiglia presso cui lavora. Forse stanno traslocando, forse si stanno spostando da una città all’altra, perché sono pieni di bagagli.
Quand’è che, nel punto più oscuro della foresta, ecco che vengono attaccati da un gruppo di briganti, violenti e senza scrupoli.
La ragazza riesce a nascondersi ma, quando dopo un po’ tutto tace e i ladri se ne vanno, presto si accorge che questi ultimi hanno avuto la meglio e che lei è rimasta tragicamente sola.
Come Biancaneve, come la Fanciulla senza Mani, come Ayla figlia della Terra, come in tantissime altre narrazioni, ecco che la Serva si ritrova, di colpo, catapultata nel bel mezzo della sua iniziazione, nella Foresta Oscura.
Stanca, traumatizzata, debole, senza via d’uscita, piena di freddo e d’angoscia, non sa davvero da che parte voltarsi:
“Cosa può fare adesso una povera ragazza come me? Non so come uscire dalla foresta, non ci vive nessun essere umano, sicuramente morirò di fame“.
Così non può fare altro che rendersi conto della situazione, a pieno, senza sconti, senza raccontarsela, ed ENTRARE NELLA RESA.
Non c’è un’interpretazione, né un modo positivo di attraversare certi dolori.
A volte non ci sono formule motivazionali né strategie che tengano: semplicemente, per quanto brutto possa essere, dobbiamo stare in ciò che è.
Perché, a volte, così ci insegnano le fiabe, è proprio l’ARRENDERCI a qualcosa di più grande di noi che rappresenta uno dei non-moti interiori più evolutivi, più illuminanti e più di svolta per la nostra psiche.
Mollare.
Un verbo che è quasi un tabù per il nostro tempo, per la nostra società, ma che in realtà ha sempre rappresentato un passaggio interiore fondamentale, preludio di svolte epocali.
Perché è proprio quando la Serva ha buttato fuori tutte le sue lacrime che si manifesta il MIRACOLOSO.
Con un volo soave, ecco comparire una COLOMBA con una CHIAVE nel becco:
“Apri l’Albero, ragazza. LA CORTECCIA È UNA PORTA! Entra, troverai del latte e del pane bianco per rifocillarti”.
Incredula e grata, la fanciulla fa come la colomba le dice.
Una volta saziata, la Colomba le darà altre due chiavi: entrata nel secondo albero troverà un letto comodissimo e caldo, mentre nel terzo dei vestiti incantevoli.
Che potenza quando l’Anima entra finalmente in contatto, per la prima volta, con i suoi tesori, con le sue risorse!
È il CEDRO DELL’HIMALAYA che sa collegare, come la Colomba portatrice di chiavi, le energie del Cielo con quelle della Terra.
Con i suoi rami verdi-bluastri, con il suo olio essenziale color del miele, con la sua fragranza calda e legnosa, il Cedrus deodara è quello spirito vegetale che, in un suo modo mistico e imperscrutabile, riesce a raddrizzarci la spina dorsale.
Spalanca le nostre menti e ci amplifica il respiro, regalandoci una sensazione di eternità.
IL CEDRO PROTEGGE e subito ci inonda il cuore di luce dorata, aprendoci, come riesce a fare la Ragazza con le porte degli alberi magici, a nuovi spazi interiori.
E alla seconda parte della fiaba.
Perché quando la fanciulla si sarà completamente ristabilita, la Colomba tornerà da lei a chiederle adesso di attivarsi, di scrollarsi di dosso ogni ruolo di vittima. Di iniziare ad AGIRE.
Di restituire all’universo una piccola parte di ciò che ha ricevuto.
La Serva risponde con gioia che non vede l’ora.
“Ti guiderò in una casetta. Lì abita una Vecchia, che sempre se ne sta seduta vicino al fuoco. Quando entrerai, lei ti farà delle domande, ti parlerà, ti urlerà, ma tu non risponderle: lasciala fare ciò che vuole e va’ oltre la porta alla sua destra.
Troverai una stanza piena di gioielli di tutti i tipi. Prendi l’anello più semplice di tutti e portamelo, il più presto possibile”.
La ragazza farà così, ma non sarà facile: la Vecchia, le nostre paure più recondite, i nostri sensi di colpa, di indegnità, i nostri autosabotaggi, sanno molto bene che leve muovere, sanno benissimo come farci vacillare.
“Come ti permetti?! Sei entrata in casa mia, sei una ladra!”.
La Vecchia tenta perfino di riattivarle i vecchi traumi, indebolendola.
Ma la nostra Eroina non cederà di un millimetro, perché lei sa dove andare, sa che non toccherà neppure un minuscolo lapislazzulo di quella stanza.
Vuole solo completare il suo compito e tornare nel bosco, dalla colomba.
Il Cedro himalayano ci fa lavorare sull’ EVITARE LE DISPERSIONI PSICHICHE, sui nervosismi, sulla suscettibilità.
Inoltre, l’essenza del suo legno è un VIAGGIO DI RICONNESSIONE CON GLI ANTENATI: è quella la maggiore fragilità della nostra protagonista, come ben sottolinea l’incipit della fiaba.
Lei è solo una sguattera, una senza famiglia, perché quelli che sta seguendo non sono i suoi genitori.
Quanti dettagli in queste grandi storie dell’anima, quanta magia.
Il Cedro è simbolo di Maestà, di Rettitudine, di Rispetto.
Stimola il sistema immunitario, rigenera i vasi sanguigni, calma tutti i disturbi della pelle. Disintossicante, decongestionante e analgesico in caso di reumatismi e dolori artritici.
Qualche goccia del suo olio essenziale su un pezzo di legno posto nel nostro angolo da meditazione, oppure 1 o 2 gocce sui polsi:
lasciamoci ispirare e guidare da questo ALBERO MAESTRO.
La ragazza tornerà al centro del bosco e cercherà la colomba, ma invano.
La colomba non c’è. Non c’è da nessuna parte.
Così lei aspetta e aspetta, appoggiandosi al tronco del primo albero magico che l’aveva ospitata all’inizio quando, d’un tratto, si sente abbracciare da dietro.
Perché la colomba e gli alberi stessi erano un’unica espressione di un Principe, vittima di un sortilegio.
Ma adesso che la parte maschile dell’Anima si è attivata lungo il Viaggio iniziatico, agendo, superando le prove, completando le andate e i ritorni, l’Abbraccio Alchemico può finalmente arrivare.
Gli alberi secondari si trasformeranno in cavalli: altro grande simbolo del nostro potere maschile attivo, del nostro equilibrio e della nostra centralità.
In groppa a quelli, la coppia regale raggiungerà il Palazzo in cima all’altura, come ogni finale che si rispetti.
Avvolti da questa magia
Buona Prima Settimana d’Avvento,
cari Amici ErboNarranti
Immersi nel caldo profumo di Legno di Cedro
e da queste pagine di Fiabe Antiche
che ancora e sempre
hanno tanto da raccontarci