Rizzo, Erbe e Fiabe Russe che la sanno lunga

Rizzo, Erbe e Fiabe Russe che la sanno lunga

Nell’universo delle fiabe, un importante passaggio di crescita consiste nella perdita dell’ingenuità.

Forse non del tutto, magari non per sempre ma, in quasi tutte le storie, una fondamentale prova dell’anima, forte, tosta e schietta, pare incentrarsi sul confronto duro e crudo con chi vuol fregare, derubare, far fuori o, semplicemente, disonorare il protagonista.

Potremmo identificarlo come il cammino iniziatico da Sandy a Rizzo.

E da Rizzo a Sandy, andata e ritorno.

Una sorta di integrazione degli opposti, passando per vari test d’identità? Chi può dirlo?

Ma così succede alla Piccola Guardiana delle Oche, che verrà derubata dei suoi vestiti e del suo intero progetto di vita da un’impostora, la Serva infida e spietata.

Succederà ad Inanna rapita dall’oscura sorella Ereshkigal, ai due Re della Maschera di Ferro. Alle due versioni di Sliding Doors dove, in una variante, Gwyneth Paltrow si troverà faccia a faccia con la verità e nell’altra, invece, continuerà ad avere gli occhi foderati di prosciutto.

Almeno ancora per un po’.

Che la fiaba sia raccontata al maschile o al femminile, poco cambia. Il Grullo, Ivan lo sciocco, Biancaneve, Persefone, la bambina de L’Albero di Ginepro, dovranno tutti imparare come esercitare la propria autodifesa, come affermarsi nel proprio mondo, come sgrezzarsi e affrontare i loro avversari.

Nella scena di quel famosissimo pigiama party di inizio scuola, Rizzo imita Sandy prendendola ferocemente in giro, con tanto di parrucca bionda e la foto di Elvis alla parete.

La bullizza? Eccome!

Perché Rizzo, che in fondo ha un cuore tenero anche lei, ama sopra ogni cosa la libertà e detesta il sentimentalismo:

Hai la coda di paglia, tesoro“. “Ridursi così per un ragazzo? Ma si può?“.

Ma sarà proprio grazie all’animo selvatico di questa amica-nemica un po’ allo sbando che Sandy attingerà alla sua forza profonda.

Quando sarà stata in grado di andare oltre lo scandalo, lo smarrimento e l’avvelenamento.

Perché SERVE QUELLA GIUSTA DOSE DI NERO, direbbero gli alchimisti, e Rizzo e Sandy sono più simili di quanto pensino. Hanno perfino avuto una cotta per lo stesso ganzetto sciupafemmine, Danny Zucco.

Sandy è totalmente spaesata, ultima arrivata nella nuova scuola. Diametralmente all’opposto, in quello stesso istante, c’è Rizzo con la sua prima battuta spaccona diretta alle Pink Ladies:

Siamo all’ultimo anno, ragazze: quest’anno la governiamo noi, la scuola!”.

Quanto affascina la poesia degli opposti.

Quante madri ci saranno la prossima settimana, angosciate e terrorizzate come Dee Demetre disorientate, per il timore che il proprio figliolo perfetto o la piccola e bravissima Piccola-Sé in miniatura, la loro immacolata Kore – vengano trascinati giù nell’Ade dalle terribili e oscure Brutte Compagnie.

Dai Cattivi Elementi che popolano gli incubi di Quelli che Benpensano.

Dai ripetenti, da quelli con le collezioni da guinness di note disciplinari, da quelli che fumano o che fanno l’amore troppo presto.

Da quelli che si mettono nei guai.

Eppure, Kore non potrà resistere al melograno. È scritto? Chissà.

È necessario?

Assolutamente sì.

È la RUTA GRAVEOLENS (foto) che ci racconta di queste dinamiche della psiche: quella piantina dall’odore cupo e stregato, ma totalmente FATTA DI LUCE, che sostiene le nuove visioni, perché la rutina è quel pigmento giallo che dona all’occhio una nuova forza.

La Ruta accende un nuovo fuoco non solo nello sguardo, ma anche nel metabolismo, nella presenza a sé stessi: le Antiche Maghe lo sapevano bene.

Veniva adoperata per irrobustire contro i contagi e le epidemie, veniva utilizzata negli spasmi, nei mancamenti e nelle assenze simil epilettiche, era un perfetto antidoto ai veleni.

LA RUTA È COME RIZZO, che sembra imbrattare Sandy la verginella, ma solo per darle UNA SVEGLIATA e insegnarle la lezione più importante di tutte: come attivarsi e andare a prendersi ciò che vuole, senza stare più lì a piangersi addosso.

È questo che le Streghe e le Babe Jaghe di tutto il mondo proprio non sopportano.

È questo che le donne forti -o che semplicemente ne hanno viste tante- non tollerano nel femminile, ciò per cui si indignano.

La Ruta sa come elaborare e sostenere i principi dell’Io, come perfettamente riassume la medicina antroposofica.

C’è una fiaba russa meravigliosa, una sorta di intreccio tra Cenerentola e L’osso che canta. Si intitola Il Piattino d’Argento e la Mela Trasparente.

Racconta di questo ricco mercante che ha tre figlie: le prime due sono vanitose e pigre; di contro, la terza – naturalmente la più bella di tutte – è ingenua, troppo buona e poco concreta.

Un giorno il mercante chiede alle tre ragazze:

Sto partendo per il ricco mercato di Nijni Novgorod, cosa volete che vi porti come regalo?”.

La più bella collana”. “Il più bel vestito”, risponderanno le sorelle maggiori.

Padre, io vorrei un piattino d’argento e una mela trasparente. Se non li troverete, non affannatevi, vi prego. Sarò felice di riabbracciarvi e basta”.

Rizzo vomiterebbe, ma la storia va avanti.

Quando il padre torna, ha con sé i regali per tutte.

La terzogenita, quasi in trance, mentre le altre si pavoneggiano su Tik Tok per le loro nuove mise e si scattano i selfie, si siede a tavola e inizia a far girare la Mela Trasparente su quell’insolito Piattino d’Argento.

Il padre e la madre la osservano meravigliati, mentre la mela va veloce, più veloce, sempre più veloce, finché il frutto trasparente diventa Nebbia. Una nebbia vorticosa che, ad un certo punto, si ferma per dipanarsi e mostrarle il mondo intero.

Eccola, la nuova visione stregonesca della Ruta.

Le sorelle vorranno prenderle quel potere incredibile. La condurranno nel bosco, le taglieranno la testa con un’ascia e la seppelliranno.

Perché le fiabe non sono belline e delicate come Sandy.

L’uomo si metterà alla ricerca di sua figlia finché non l’avrà individuata sottoterra, la primavera successiva.

Alla fine del Viaggio Infero dell’ennesima anima candida del mondo.

Il padre riuscirà a trovarla grazie a un giunco che canta e denuncia le sorelle cattive ma, soprattutto, perché LEI avrà teso le mani fuori dal tumulo.

La Ruta aiuta muscoli, tendini e legamenti intorpiditi. Riattiva, sgrezza, ti ributta in pista, magari dopo un bel massaggio energico e puzzone con il suo olio.

Così poi si riparte, con le gonnelline gialle coi merletti stavolta lasciate nell’armadio e, al loro posto, i nostri migliori jeans strappati.

Magari pure gli anfibi al posto delle ballerine.

Ma, sopra ogni cosa, saremo abbellite da tutta l’esperienza del viaggio ctonio alle nostre spalle: vuoi mettere.

Buone Ripartenze Settembrine

Cari Amici ErboNarranti,

dopo le lunghe avventure

di quest’estate

dopo i nostri infiniti Viaggi da Sopra a Sotto e Ritorno

e le mille cadute e le più varie collezioni

di cerotti a graffetta

che in fondo

a ben pensarci

sono solo i segnalibro

delle nostre storie più belle❤

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