Intrecci di Fili di Croco

Intrecci di Fili di Croco

Un tempo, ma neppure tanto tempo fa, i casi di anemia venivano trattati con uno sciroppo di ferro ammoniacale preparato al momento dal farmacista e somministrato ad personam in base alla costituzione e al bisogno del paziente. Era uno sciroppo semi-miracoloso, perfettamente digeribile e, il più delle volte, efficace in meno di una settimana di somministrazione.

Non era ancora arrivata l’epoca delle grandi aziende farmaceutiche, così i farmacisti realizzavano, come abili sarti-artigiani di piante e sostanze, “vesti curative” su misura. Con l’avvento dei farmaci industriali, quello sciroppo, come tanti altri preparati, venne etichettato come obsoleto e non più autorizzato alla vendita dalle grandi commissioni del farmaco.

Il farmacista, e prima ancora lo speziale, aveva un tempo modo di entrare in intimo contatto con la sostanza e di penetrare nel suo significato e nella sua natura, non solo chimica, ma anche simbolica.

Tanto si poteva intuire, ad esempio, dal COLORE.

Quei granuli rosso-emoglobina del composto richiamavano subito il ferro del nostro sangue, ma la parte meno ovvia stava nel giallo scuro dei cristalli.

Il GIALLO CROCO, che in queste settimane ha iniziato a tingere i nostri prati, era il colore delle VESTI delle ragazze ateniesi che, subito dopo il menarca, venivano condotte a Brauron, nel santuario di Artemide, la dea protettrice del femminile nel delicato passaggio dall’infanzia alla pubertà.

Arktoi, venivano chiamate, “orsette”, perché l’Orsa era l’animale simbolo della dea, che così ben rappresentava sia la nostra parte istintiva e aggressiva, che quella morbida e piena di tenerezza.

Il colore giallo-zafferano della veste non era scelto a caso.

La vibrazione del pigmento per gli antichi era un vero e proprio linguaggio: non si trattava qui di giallo-limone, né era il giallo-primula a tingere il Krokotos, la tunica delle giovani ateniesi, ma questo giallo più scuro, che ritroviamo proprio nel composto di ferro ammoniacale, utilissimo, guarda caso, per il calo di ferro legato al ciclo mestruale.

Il GIALLO ASSOLUTO è il colore che conserva la memoria dell’ultimo bagliore dell’infinito, della fonte da cui è scaturito.

E’ squillante e leggero, ma quando si incarna, quando inizia a collegarsi alla terra e a virare verso l’arancio e il marrone -la tinta del pelo dell’orso-, si trasforma in GIALLO INDIANO, in quel color ZAFFERANO che ci parla già di trasformazione.

Qualità del tutto differente da quella del GIALLO OCRA, dove la sfumatura si adombra di più, oscurandosi.

Il motivo del Croco, non solo del colore ma anche del fiore, è il legame, perché croco vuol dire FILAMENTO.

Era il fiore benaugurante del gruppo di ragazze, delle amicizie, dei matrimoni, ma anche dei riti funerari, perché simboleggiava il continuum tra la dimensione della terra e quella dello spirito.

Quanti collegamenti nascono tra alchimia, natura e trasformazioni dell’anima: succede che una mattina ti aggiri nel vecchio laboratorio della farmacia, apri un vasetto di vetro e parti in una danza interiore tra mito, colori, sangue, natura ed emozioni.

Ma la parte più bella resta condividere.

Che dire se non Grazie di Cuore

nel nome dell’Orsa

e dei Filamenti di Croco che ci uniscono

in segreto.

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