I Licheni, Spiriti della Soglia

I Licheni, Spiriti della Soglia

Tra La Bella e la Bestia esiste un patto, che è quello di non entrare nell’Ala Ovest:

“Cosa c’è nell’Ala Ovest?”.

“È proibita!”.

La moglie di Barbablù non avrebbe dovuto aprire una certa porta, come Psiche non avrebbe dovuto fare la spiona del suo amato Eros mentre lui dormiva.

Il fatto è che esiste nell’anima una parte nascosta, segreta, molto intima, che chiede di non venir profanata. A volte anche da noi stessi. Nelle relazioni, si tratta di una soglia molto speciale, un ingresso nascosto da intricati fili d’edera, cresciuta intorno a certi cancelli chiusi e arruginiti, a volte addirittura rimossi, a cui solo pochissime persone potranno avere accesso, senza scatenare controreazioni violente o cataclismi irreparabili.

Il costruire la fiducia necessaria affinché, ad un certo punto, quel cancello si apra, oppure che si arrivi al giorno della “consegna delle chiavi”, è un processo che richiede tempo, pazienza e delicatezza estrema.

In Will Hunting Genio Ribelle, la ragazza scoprirà che il suo fidanzato non ha nessuna famiglia, nessun fratello, anzi, che si tratta di un sopravvissuto a una di quelle infanzie terribili che nessun bambino al mondo dovrebbe vivere. La ragazza entrerà nell’Ala Ovest, e vedrà l’amato scappare. Tuttavia, lei era stata così delicata e VERA che lui ritornerà sui suoi passi. Ma ci vorrà pazienza.

Questo movimento di sostegno delicato ma forte, di presenza fissa ma discreta, questo saper esserci senza invadere, è un’arte meravigliosa che, quando si crea in una relazione di coppia o di amicizia, è pura alchimia.

In Natura questo tipo di scambio ce lo insegnano i LICHENI, quelle creature a metà tra le alghe e i funghi, quegli esseri dalle proprietà curative incredibili e caratterizzate da una discrezione unica. Pensiamo anche solo a quanto poco se ne parla.

I Licheni conoscono benissimo quello “stare tra più soglie senza invaderne nessuna”.

Sono creature d’acqua, d’aria, di terra, e il tutto contemporaneamente.

Arrivano dove tutto sembra crostificarsi troppo, ispessirsi eccessivamente, rinunciare allo scambio. I licheni crescono su certi punti delle cortecce di querce o di faggi dove l’albero “sembra avere meno consapevolezza di essere ancora vivente”, e lo scopo del lichene sembra quello di rianimare il secco apportando umido, novità senza scossoni forti, nuovo verde. A volte hanno un colore spento, non invasivo, che col tocco della pioggia però ridiventa brillante. Sembra questo un soave suggerimento, sussurrato al vecchio albero che li ospita.

Il nome lichene viene dal verbo “lambisco, accarezzo”. E questo è quasi commovente.

La Sticta Pulmonaria è uno dei rimedi che preferisco. La sticta cresce ai piedi delle vecchie querce, di quegli esemplari che ne hanno viste tante. E dà leggerezza.

Cura quelle riniti con il dolore alla radice del naso, caratterizzate da quella sensazione di pesantezza dietro agli occhi, a volte dietro tutta la faccia. Quelle tossi secche, che quando si inspira nuova aria peggiorano, quasi il malato non volesse più scambiare con nessuno, né liquidi né ossigeno, tanto una parte di sé si è rintanata nella sua ala ovest per aver impattato troppo bruscamente contro il freddo del mondo.

Ma il paziente Sticta pulmonaria ha una particolarità magica: a volte gli sembra di avere delle gambe leggerissime, o di sentirle poco. Sono tutti quelli che devono dormire, anche in estate, con una copertina sulle gambe perché hanno bisogno di sentire “un peso” che li tenga ancorati. Penso a tutti gli anziani, dai ricordi a volte troppo dolorosi.

Il Lichene sa come sussurrare a queste coscienze, anche quando queste recalcitrano.

“Ma io devo stare con i piedi per terra!”, urlerà Bastian prima di volare sul suo Fortunadrago.

“Io continuerò a lavorare tutta la vita con te in questo cantiere, che c’è di male”, provocherà Will, il genio della matematica.

A volte però arrivano i licheni del mondo. Quegli incontri che ti fanno fare lo scatto, che ti riportano nuova linfa, che rinverdiscono ciò che appariva morto o senza spinta, e lo rianimano.

Sticta pulmonaria non agisce solo sul naso e sui polmoni, ma sull’intera forza vitale. Lambendo, accarezzando, certo, ma anche SCUOTENDO. Un privilegio di pochi, nella sfera intima di ognuno di noi.

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