Il Fico e il Lato Ombra

Il Fico e il Lato Ombra

Frodo e Gollum rappresentano forse l’esempio più riuscito, nel mondo della narrativa fantastica, circa il “Tema del Doppio” e della dualità luce-ombra.

Frodo, il piccolo Hobbit incaricato del sovrumano compito di distruggere l’Anello, simbolo della fascinazione del potere e dell’egoismo, sarà costretto, durante tutta la saga epica, a fidarsi della sua Parte Ombra.

È solo lei che conosce la strada.

Frodo non ha scelta: dovrà partire dai lati peggiori di se stesso, dovrà farsi guidare dal suo Alter Ego imputridito da anni e anni di solitudine e di macerazione nei propri difetti, per raggiungere l’integrazione della coscienza e liberare il suo mondo interiore (la Terra di Mezzo) non solo dal simbolo dell’Anello, ma anche da questo strano e inquietante essere che è un doppio a sua volta: Gollum-Smeagol.

Che poi, nessuno dei due, né Frodo né Gollum, è totalmente buono o totalmente cattivo: ad esempio, Frodo tradirà Sam, l’amico fedele di tutta una vita, mentre Gollum si ritroverà a cucinare per loro, esaltato per un attimo dalla ritrovata gioia del dare.

Il Viaggio che Frodo e Gollum dovranno affrontare insieme è un, anzi, è “il” Viaggio Infero, calati entrambi nella dimensione ctonia, nelle viscere del mondo e, naturalmente, di loro stessi.

Era il Fico, secondo i popoli antichi, l’albero che meglio rappresentava queste immense tematiche.

I Greci erano molto orgogliosi del loro Fico Domestico: i fichi secchi e tutti i dolci a base di fico erano per Atene la pietanza simbolo.

Il Fico non era considerato un semplice frutto fra tanti.

Il Fico era per loro la quintessenza dell’estate avanzata, il sapore più dolce tra tutti i dolci, era il cuore di Demetra: era stata infatti proprio la dea delle messi a donare agli Ateniesi il Sacro Fico, simbolo di purificazione e del passaggio dal mondo selvaggio istintuale ad un mondo agricolo e culinario “civilizzato”.

Il corrispettivo lato ombra del Fico Domestico era il Fico Selvatico, dai frutti piccoli e immangiabili, albero stitico e nefasto: non solo era ritenuto inutile dalla popolazione, ma veniva intrinsecamente associato a luoghi oscuri, a paesaggi minacciosi.

Pausania ci racconta che fu presso un luogo chiamato proprio “Fico Selvatico” che Kore fu rapita da Ade e, in generale, questo albero era sempre associato al contatto con il regno dei morti e con il concetto di discesa, di catabasi.

Si narrava crescesse spontaneo in punti dove il passaggio con il regno sotterraneo era aperto.

Sono moltissimi, soprattutto nel Sud Italia, i luoghi in cui i tradizionali “dolci dei morti” vengono preparati con i fichi, quasi si volessero fondere le due tematiche, le due nature domestica e selvatica, viva e morta, in una sola.

Guarda caso, il Ficus carica è un ottimo rimedio fitoterapico per gli squilibri del mondo infero del nostro organismo: l’intestino e, in generale, tutto il tratto digerente, ovvero la nostra officina alchemica di trasformazione delle energie, il nostro infuocato Monte Fato.

Gollum verrà digerito dal magma lavico e assimilato nel fuoco della trasformazione, fuso insieme all’anello che lo teneva schiavo.

Le Storie, in fondo, parlano sempre di questo: sia che il finale venga rappresentato dal matrimonio alchemico tra il principe e la principessa, sia che Frodo integri il suo Gollum (attraverso l’intero viaggio iniziatico e non solo nel finale), è sempre l’Unione degli Opposti l’unica svolta capace di dischiudere le Porte a nuove dimensioni.

Per permetterci così, immediatamente dopo, di ricominciare a raccontare altre storie, e altre storie ancora.

Piattaforma di gestione del consenso di Real Cookie Banner