Goccette d’Escolzia nella foresta di Biancaneve

Goccette d’Escolzia nella foresta di Biancaneve

Biancaneve impara dalla Matrigna che la Vita è come uno Specchio: la giovane principessa, risparmiata dal cacciatore, si ritroverà da sola, esiliata, sperduta e terrorizzata.

Ogni albero le apparirà, in quella sua cupa notte dell’anima, come un mostro nero e maligno, ogni cespuglio si riempirà di occhi minacciosi: Biancaneve sprofonderà nel pozzo oscuro di un vero e proprio attacco di panico.

E succederà proprio lì, nella foresta, nel Regno di Pan.

Da bravi Apprendisti Erbonarranti, potrebbe capitare spesso la RICHIESTA DI UN RIMEDIO per notti così.

Fondamentale, per noi al banco, sarà distinguere le situazioni di emergenza da quelle di semi-emergenza: l’impatto emozionale di una bruttissima esperienza stile Biancaneve-Sola-nel-Bosco, non sarà lo stesso rispetto a quello generato da una preoccupazione prolungata di media intensità.

Se il nostro è un percepito DRAMMATICO, carico di pathos, con PICCHI che ci fanno avere la sensazione di dover chiamare i soccorsi, potrebbe innescarsi – per le nottate successive – la malefica PAURA DELLA PAURA: in quel caso, inizieremmo a non dormire, non solo (e non più) a causa dello stress originario, ma per vigilare e sentinellare, ininterrottamente e compulsivamente, il perimetro del nostro benessere.

Centimetro per centimetro.

In questi casi un po’ contorti ma purtroppo molto comuni, una coraggiosissima pianta che può venirci in aiuto è l’ESCOLZIA CALIFORNIANA.

Non la Valeriana, non la Passiflora, non il Luppolo né l’Avena sativa.

L’Escolzia.

L’Escolzia è una papaveracea ma, a differenza del Papaver somniferum, il suo fiore ha una bellissima colorazione gialla, anzi, color “becco d’oca”.

Un punto di giallo particolare, carico di speranza, di ritorno alla vita dopo il viaggio infero: il punto dorato del tesoro ctonio.

Il suo primario bersaglio d’azione è il Nervo Vago, quello che va a calmare il CUORE passando per lo STOMACO.

Spasmi, insonnia, coliche da spavento, tachicardia. Per tutte quelle notti in cui, qualora riuscissimo ad appisolarci e a crollare per la stanchezza, arriverebbero subito gli incubi, proprio come le visioni di Biancaneve.

Un ottimo abbinamento risulta Escolzia + Biancospino.

Lo sappiamo: nella vita reale, Biancaneve avrebbe potuto non risolvere il suo psicodramma in una notte sola.

Ordinariamente, il dramma acuto potrebbe durare diverse notti, finché non ci decidiamo a CRESCERE ANIMICAMENTE NELLA FORESTA.

Come Ayla, Mowgli e tutti i figli dell’abbandono.

Non inselvatichendoci a causa del trauma, ma centrandoci e trasformandoci, notte dopo notte, in REGINE DEL BUIO.

Mica Signore del Castello del Principe, macché.

Piuttosto di tutte le nostre fragilità.

Come ogni imperatrice in grado di fare e cambiare la storia, scenderemmo nei bassifondi. Nel Pireo dell’anima, in quel porto malfamato pieno di assassini, ladri, prostitute.

Ascolteremmo cos’hanno da dire i sudditi più disagiati, quelli che vivono ai margini della coscienza, proprio come fece Sissi.

Il panico di Biancaneve è pieno di energia: dove vuole condurla?

A volte, bisogna solamente eliminare il grosso dell’emotività, e iniziare a fare luce, almeno un pochino.

L’Escolzia può spesso essere un buon lanternino, una torcia che arde-arde e mai-si-consuma, perfetta per queste esperienze iniziatiche di noi Lupe Solitarie, ciclicamente impegnate a tracciare inedite mappe sacre nei continenti inesplorati della nostra psiche.

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