Gambi di Sedano risolutivi
Alcune fiabe, come quella di Cenerentola o L’anello di Bronzo, hanno un movimento dentro, delle DANZE di sopra-sotto, avanti e indietro, che le rendono quasi ipnotiche.
In quell’essere cullati dalla narrazione, dalle immagini dondolanti delle vicende, ci si entusiasma e ci si rilassa al tempo stesso: una sensazione particolare, che poche altre “dimensioni del dire” sanno creare.
Il protagonista de L’ANELLO DI BRONZO è un ragazzo squattrinato che un bel giorno viene richiesto a palazzo, perché suo padre, suo nonno, i suoi avi, erano giardinieri, e il giardino reale sta inesorabilmente appassendo.
“Ma io non ho mai fatto il giardiniere, non ho mai neppure aiutato mio padre!”, obietta il giovane perdigiorno ai messaggeri del Re.
A nessuno importa, gli ordini del Sovrano non si discutono.
E così, a poco a poco, con il lavoro modesto ma costante di questo apprendista improvvisato, il giardino si riprende, inizia a fiorire, a dare frutti dolci e succosi, e il ragazzo impara dalle piante, cresce e matura nell’anima, mentre loro si rinforzano.
Quel giardino quasi irrecuperabile è ora un tripudio di colori e profumi, in grado di donare, a questo giovane uomo, la scoperta e, al contempo, la memoria di se stesso.
Ma questo è solo l’inizio. Dalle lodi del Re, dall’amore della Principessa, dalle insidie di un rivale arrogante, il nostro protagonista dovrà allontanarsi per essere messo alla prova: affrontare il VIAGGIO ALCHEMICO, conoscere la strega, incontrare i Tre Cani dei colori della Luna, navigare per mari lontani.
E, non per ultimo, parlare, proprio come Cenerentola, con delle TOPOLINE disposte ad aiutarlo, al fine di riconquistare l’ANELLO DI BRONZO, nonché il grande amore della sua vita, e il suo legittimo posto nel mondo.
In parallelo ai contenuti profondi di questa fiaba, è il SEDANO la pianta che più di tante altre incarna i viaggi per terra, per aria e per mare.
Il Sedano selvatico, con il suo forte elemento salino, dalle radici esplorative, creanti cunicoli sotterranei capaci di infilarsi ovunque alla ricerca di elementi alchemici, nutritivi, fa danzare e mixare nella sua essenza sia l’elemento LUCE che quello ctonio.
Il Sedano è animato da una sistole e una diastole energetiche, da contrazioni vitali fortissime; così scrive Pelikan: quando gli uomini antichi erano ancora in grado di percepire queste forze all’opera nel Regno Vegetale, si accorsero che l’APIUM GRAVEOLENS era una pianta di gioia, di felicità, di vittoria -con l’appio o sedano selvatico si intrecciavano le corone dei vincitori-, ma anche di oscurità, di viaggi inferi.
Nelle fiabe, i TOPI ricalcano spesso questa ambiguità, questa duplice natura: sono amici-nemici, notturni o diurni, si muovono in modo furtivo, svelto, forse troppo concentrato sul dettaglio tanto da perdere di vista l’insieme.
Le tre topoline protagoniste qui sono buffe e storpie: una cieca, l’altra zoppa, la terza con le orecchie tagliate.
Eppure, sanno nuotare, correre in verticale, maneggiare le spezie: sono energie totemiche, umili come un gambo di sedano, con cui il Sé superiore di Cenerentola e del Giardiniere collaborano alla grande, perché fatti della stessa pasta. Perché conoscono la terra, avendo passato tanto tempo in ginocchio sulla cenere e sulle zolle delle aiuole.
Il Mondo di Natura aiuta chi lo aiuta, e il Tutto, nelle fiabe alchemiche, ad un certo punto, si riorganizza per arrivare alla SOLUZIONE.
Coagula et solve, solve et coagula.
Il Sedano veniva utilizzato per eliminare ciò che non serviva del corpo: non solo da un punto di vista fisico, come i liquidi in eccesso, il latte quando bisognava smettere di allattare, il catarro, i calcoli, gli acidi urici.
Ma anche da un punto di vista psicologico: ansia, angoscia, spasmi al torace, iperemotività.
Esisteva perfino una divinità sotterranea chiamata Apius, a cui il sedano era consacrato come pianta rituale.
Perché le profondità servono a questo, ci insegnano a tornare a ritmo, a riprenderci il nostro Anello di Bronzo. Bronzo, sì, non Oro: meno vistoso forse, medaglia da terzo posto, eppure formato da Rame e Stagno, gli elementi di Venere e Giove.
Bellezza ed Espansione del nostro Io, dunque, e di tutto il Mondo che con noi si troverà ad aver a che fare
Esprimete un desiderio stasera,
cari Amici ErboNarranti
Ché per ogni stella in alto
corrisponde
sempre
una Pianta, un filo d’Erba, una Zolla
in Basso.
Che anche quelle
attraversate da qualche topolino magico
e magari da qualche buona sorte,
ci ascoltino e sostengano
nelle nostre grandi avventure