Ali-chimia

Ali-chimia

“Un gran cespuglio di rose stava presso all’ingresso del giardino. Le rose germogliate erano bianche, ma v’erano lì intorno tre giardinieri occupati a dipingerle rosse. «È strano!» pensò Alice, e s’avvicinò per osservarli.

Volete gentilmente dirmi, – domandò Alice, con molta timidezza, – perchè state dipingendo quelle rose?

Cinque e Sette non risposero, ma diedero uno sguardo a Due. Due disse allora sottovoce: – Perchè questo qui doveva essere un rosaio di rose rosse. Per isbaglio ne abbiamo piantato uno di rose bianche. Se la Regina se ne avvedesse, ci farebbe tagliare le teste a tutti”.

È questo forse il passaggio della fiaba di Alice nel Paese delle Meraviglie che più di tutti ci riconduce a una vera opera alchemico-simbolica. Anche la scenografia è interessantissima: in questa scena, ci troviamo dentro a un roseto labirintico, nonché su di un pavimento a scacchiera.

Per gli Alchimisti, Nero, Bianco e Rosso (Nigredo, Albedo e Rubedo), non sono colori qualunque, ma fasi di trasformazione. In chimica, rappresentano la Coagulazione, la Distillazione e la Sublimazione della materia.

Ora Alice, dopo tante avventure caotiche nel Mondo delle Meraviglie, sta per incontrare il suo principale nemico al di là dello specchio: la rabbiosa, capricciosa, infantile, prepotente Regina di Cuori.

Alice è una bambina giudiziosa e fantasiosa: entrambe le qualità in lei viaggiano insieme.

All’inizio della storia, scivolerà nella Tana del Bianconiglio perché Alice è una ricercatrice del mondo: in cuor suo, sa che non tutto si esaurisce nel mondo ordinario, rappresentato dalla sorella maggiore che le legge il libro di testo approvato dalla sterile cultura di turno.

Istintivamente, Alice sa che l’Anima è molto più di questo, sa che la Vita è qualcosa di molto più ricco di un libro senza figure e degli schemi razionali.

Dunque decide di entrare nel sogno lucido, nel mondo della Psiche e dell’Inconscio, regno dei simboli incontaminati.

“I giocatori giocavano tutti insieme senza aspettare il loro turno, litigando sempre e picchiandosi a cagion dei ricci; e in breve la Regina diventò furiosa, e andava qua e là pestando i piedi e gridando: – Mozzategli la testa! – oppure: – Mozzatele la testa! – almeno una volta al minuto.

Alice cominciò a sentirsi un po’ a disagio: è vero che non aveva avuto nulla da dire con la Regina; ma poteva succedere da un momento all’altro, e pensò: «Che avverrà di me? Qui c’è la smania di troncar teste. Strano che vi sia ancora qualcuno che abbia il collo a posto!».

E pensava di svignarsela, quando scorse uno strano spettacolo in aria. Prima ne restò sorpresa, ma dopo aver guardato qualche istante, vide un ghigno e disse fra sè: «È Ghignagatto: potrò finalmente parlare con qualcuno.»

– Come va il giuoco? – disse il Gatto, appena ebbe tanto di bocca da poter parlare. – Non credo che giochino realmente, – disse Alice lagnandosi. – Litigano con tanto calore che non sentono neanche la loro voce… non hanno regole nel giuoco; e se le hanno, nessuno le osserva… E poi c’è una tal confusione con tutti questi oggetti vivi; che non c’è modo di raccapezzarsi. Per esempio, ecco l’arco che io dovrei attraversare, che scappa via dall’altra estremità del terreno… Proprio avrei dovuto fare croquet col riccio della Regina, ma è fuggito non appena ha visto il mio.

– Ti piace la Regina? – domandò il Gatto a voce bassa.

– Per nulla! – rispose Alice; – essa è tanto… – Ma s’accorse che la Regina le stava vicino in ascolto, e continuò -…abile al giuoco, ch’è inutile finire la partita.

La Regina sorrise e passò oltre”.

Il Gatto, la parte del Sè Superiore di Alice è ancora poco consolidata: appare e scompare, tuttavia ha il coraggio di dire ciò che Alice non osa ammettere a se stessa. Il Gatto spinge Alice a farsi delle domande, a prendere delle decisioni, a forzare delle situazioni stagnanti.

Il Bianconiglio invece, come le Rose Bianche, è di questo colore proprio perché rappresenta la paura, l’eccessiva timidezza, il correre per far presto, per obbedire agli ordini del suo mondo.

Viceversa il Rosso rappresenta la Rabbia e la Rottura degli Schemi. Prima è solo la Regina che può servirsene, con le sue Rose Rosse e i suoi soprusi.

Ma grazie al fungo, il simbolo della coraggiosa ricerca del Sé, Alice potrà diventare grande, rendersi conto che i soldati della Regina non sono altro che un mazzo di carte, così da riunire in se stessa il mondo onirico e quello reale.

Fino a rendersi conto, al suo risveglio, di essere andata oltre il Viaggio: di aver fatto il primo passo verso l’unione degli Emisferi, nella chiamata al cammino della consapevolezza.

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